NUOVO CENTRO INTERMODALE ORISTANO

status: in realizzazione

Working group: Gianni Massa Olindo Merone Fabio Lilliu (2+1 Officina Architettura) / Andrea Casciu Michele Casciu /  Luigi Berti Elena Cannas Gaetano Nastasi / SCE project / Lai & Sequi / Valeria Lazzari / Mario Casciu

Luogo: Oristano (Sardegna)

Tipologia: #infrastrutture

Committente: MIBAC / Regione Autonoma Sardegna / Comune Oristano

Incarico: Progettazione

Importo: € 12.000.000,00

mq: 9.000,00

anno: 2010/2018

award: MIBAC Qualità Italia sensi contemporanei (2010) / Premio Paesaggio Regione Sardegna (2011)

Il centro intermodale di Oristano è pensato come un nuovo layer capace di interagire con l’esistente, una sovrapposizione capace di ridare senso allo spazio, agli usi ed alle dinamiche della stazione. La tradizione, il paesaggio, l’energia, i simboli della comunicazione, il pannello segnalatore, la pensilina, sono divenuti nuovi livelli di senso da sovrapporre.

La pensilina, assunta quale storico elemento segnalatore disseminato sull’intera rete e nell’immaginario collettivo, ci permette di ri-configurare la stazione come nuova centralità urbana, al contempo luogo fisico e metafora dell’informazione, e di ri-leggere la sua storica ragione d’essere “installazione” in un nuovo sistema di relazioni città ambiente paesaggio.

La tessitura, metafora delle fatiche dell’uomo, del lento sovrapporsi di trame che disegnano gli oggetti della tradizione della Sardegna; la texture del territorio, della città e delle campagne oristanesi.

L’edificio-recinto è pensato per custodire, proteggere e al contempo veicolare attività e contenuti. L’intento è quello di mettere in scena una tradizione e una cultura attraverso un segno ancestrale, il cerchio, e le sue possibili aggregazioni (come avviene in alcune tipologie di tessiture). Quest’ultimo, in quanto oggetto della rappresentazione, si dispone in vario modo sulla copertura ed assolvendo alle richieste energetico-distributive compone un’immagine: un brandello di tessuto in grado di legare e sovrapporre il passato al futuro.

L’estetica del manufatto, caratterizzato da una copertura-tappeto in stretto rapporto con la dimensione dell’area oggetto di studio, ha l’intento di segnalare e custodire le attività e, allo stesso tempo, di esporre un territorio ed una tradizione che continua. La copertura, pensata quale dispositivo che porta all’autosufficienza energetica, consente di aggregare nel tempo “celle energetiche” in relazione alle disponibilità finanziarie nelle varie fasi di attuazione.

Il progetto si costituisce come sistema concepito per supportare il maggior numero di programmi possibili. L’idea di fondo è che sia possibile, per il nuovo sistema, dilatarsi o contrarsi nel tempo a seconda delle esigenze e delle logiche di evoluzione.

Il progetto concepisce l’edificio al fine di garantire una continuità nella sequenza di tre categorie di flussi: i percorsi derivanti dall’intermodalità, i percorsi indipendenti dalla funzione specifica intermodale ed i percorsi di servizio. Consideriamo infatti una grande risorsa del progetto la capacità di considerare la piazza Ungheria quale spazio pubblico generatore in relazione con la nuova piazza del centro intermodale.

Il centro si articola su una piastra su cui poggiano differenti volumi il cui orientamento deriva dalle esigenze dettate dai criteri di sostenibilità, dal contesto e dalle funzioni richieste. Una maglia di esili pilastri metallici che fora i corpi di fabbrica ed arriva a terra, sorregge la pensilina che assolve alla funzione di unione degli spazi assumendo il ruolo di luogo simbolico e rappresentativo.